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Benessere

Genitori: come gestire l’iperattività

I bambini sono vivaci, si sa ed è anche bene che sia così, è l’espressione della loro voglia di vivere, di fare, di scoprire ma in talune circostanze questo supera il limite della normalità e, soprattutto, si associa ad un deficit dell’apprendimento. Occorre, in questi casi, intervenire con l’aiuto di specialisti.

Cosa è la Sindrome ADHD

Questa sigla indica, in inglese, l’Attention Deficit Hyperactivity Disorder, in parole italiane, la sindrome da deficit iperattiva dell’attenzione, una condizione patologica che esula dalla comune vivacità dei bambini.

I genitori hanno un ruolo centrale in questa condizione ma devono essere supportati da specialisti del settore con un approccio multidisciplinare. Il fenomeno ha la misura del 4% dei bambini ma è in preoccupante aumento.

La sindrome da iperattività con deficit di attenzione, che denomineremo con l’acronimo inglese ADHD, si caratterizza con un disordine dei neurotrasmettitori cerebrali che hanno il compito di controllo dell’attenzione.

L’iperattività, quindi, generalmente è secondaria, causata dal disordine mentale di cui soffre tuo figlio. Questo disordine impedisce di filtrare gli stimoli sensoriali che lo bombardano e che provocano lo stato di iperattività.

Come si comportano i bambini affetti da ADHD

Questi bambini non riescono a portare a termine un qualsiasi compito, non necessariamente scolastico, può essere una qualsiasi attività loro proposta anche dai genitori, dalla mamma o dal papà indifferentemente.

Tendono a perdere le proprie cose, proprio per lo scarso grado di attenzione , sono sbadati, impulsivi ed invadenti. Hanno forti difficoltà a stare seduti e fermi anche per brevi periodi, sono ipercinetici e spesso anche ansiosi e con disturbi dell’umore.

E’ difficile intervenire su questi bambini perché il loro stato li porta ad attività progressivamente più frenetiche, al di fuori di qualsiasi controllo e spesso per fermarli occorre usare maniere decise.

Le caratteristiche dell’ADHD

L’insorgenza di questo disturbo è, solitamente, prima dei sette anni e può presentare quadri variamente complessi ma la sindrome è prevalente nei maschi. Se non si interviene, questo disturbo può provocare nell’adulto comportamenti antisociali e diverse problematiche psicologiche.

Questi bambini sono spesso descritti come “piccole pesti” ma atteggiamenti rigidi, punitivi sono controproducenti: i bambini affetti da ADHD hanno bisogno assoluto di essere seguiti con amore, dedizione, pazienza e generosità.

Per questo mamma e papà hanno bisogno di un supporto di psicologi e specialisti, non solo per avere consigli s come comportarsi ma anche per se stessi perché questi bambini possono facilmente destabilizzare gli stessi genitori.

ADHD nella scuola materna

I segni dell’ADHD si notano già nella scuola materna: il bambino appare nettamente meno maturo degli altri bambini, tende a non rispettare le regole, essere insofferente con frequenti atteggiamenti provocatori e pare non ascoltare quando gli si parla.

Alle elementari le regole sono sicuramente maggiori che alla scuola materna e questo provoca un peggioramento del quadro patologico. Questi bambini vengono spesso “etichettati” come bambini che disturbano, indisciplinati e anormali fino alla richiesta di un insegnante di sostegno.

Questo porta ad un ulteriore calo dell’autostima peggiorando ulteriormente i suoi comportamenti fino a portare il bambino ad essere praticamente incontenibile e totalmente indifferente alle punizioni soprattutto dei genitori che tentano in questo modo di “raddrizzarlo”.

L’intelligenza del bambino affetto da ADHD

Questi bambini hanno un’intelligenza assolutamente normale o anche superiore alla norma ma la loro condizione impedisce l’espressione delle loro potenzialità, non riuscendo a porre la normale attenzione su ciò che fanno o dovrebbero fare.

Vi sono delle condizioni predisponenti:

  • predisposizione ereditaria alla iperattività
  • situazioni familiari di alcoolismo
  • presenza di una madre con problematiche depressive
  • eccessivo affollamento familiare
  • conflitti tra genitori con incapacità a determinare regole comportamentali condivise

Come trattare l’ADHD

Non è affatto facile trattare questa sindrome, atteggiamenti punitivi sono da evitare nel modo più assoluto ma peraltro anche un eccessivo lassismo è deleterio. Occorre non tempestare il bambino con troppe regole restrittive che non sarebbero mai rispettate.

Bisogna lasciare al bambino ampi spazi temporali in cui sfogare la sua iperattività ma anche fissare poche regole, precise negli altri momenti e farle rispettare premiando il rispetto anziché punirne il non rispetto.

E’ di fondamentale importanza coinvolgere e lasciarsi coinvolgere da specialisti anche multi disciplinari del settore.